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La cartilagine è un tessuto flessibile, senza vasi sanguigni e nervi, ed è presente in molte aree del corpo, come le articolazioni e i dischi intervertebrali. È un tessuto di supporto solido e stabile alla compressione, costituito da condrociti e da una sostanza intercellulare. I condrociti producono fibre di collagene interconnesse che garantiscono l'elasticità e proteggono dai carichi di compressione.
Nelle articolazioni, la cartilagine è esposta a costanti sollecitazioni meccaniche che sono una delle principali cause delle malattie articolari croniche e degenerative.
L'osteoartrite è una malattia cronica degenerativa delle articolazioni con degradazione della cartilagine, che porta a dolore e limitazioni funzionali. A causa della continua usura, nelle articolazioni colpite si accumulano prodotti metabolici che possono portare all'infiammazione (osteoartrite attivata).
Il processo degenerativo può essere innescato anche da altri fattori e quindi causare problemi anche in età più giovane. In particolare, si verifica uno squilibrio nel metabolismo della cartilagine: maggiore degradazione di cartilagine rispetto alla produzione di tessuto cartilagineo. Questo porta a un danno irreversibile del tessuto cartilagineo.
Attualmente non esistono marcatori del metabolismo cartilagineo che possano essere utilizzati per la diagnosi, la prognosi e il monitoraggio della terapia. Tuttavia, i componenti della matrice extracellulare e le proteine strutturali della cartilagine -come il telopeptide C-terminale del collagene di tipo II (CTX-II)- e i prodotti di degradazione della cartilagine -come la proteina della matrice oligomerica cartilaginea (COMP) e l'acido ialuronico- sono tra le molecole più studiate e ricercate associate alla progressione dell'osteoartrite. Questi biomarcatori sono direttamente collegati al metabolismo della cartilagine e possono riflettere il grado di danneggiamento.
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